mercoledì 16 ottobre 2013

Due o più parole sui 5 stelle / o del Metodo

Ammettere le premesse e il corollario descritti nel post precedente ci porta finalmente a discutere del metodo proposto dal Movimento 5 stelle.
Ovviamente ciò è vero rispetto al merito considerato. Vi sono altri temi, diversi dai problemi economici e morali dell'Italia, sui quali vi sono ampie divergenze all'interno del Movimento stesso (penso all'immigrazione, all'indulto, ecc...) il problema è che tutti questi diversi temi sono in realtà estranei al motivo per cui il Movimento 5 stelle è nato. Sono in qualche modo sovrastrutture: a dimostrazione di ciò: la principale argomentazione del Movimento su ciascun tema "secondario" è che i politici al potere (vedi premessa seconda e corollario) non hanno saputo risolverlo fino a oggi. Quindi in sostanza anche questi meriti, e altri che venissero, ricadono nei casi già descritti e chi è d'accordo sui casi già descritti difficilmente potrà non ammettere che in effetti tali problemi secondari non sono stati risolti.
Ma torniamo al metodo.
Osservo per inciso che la maggior parte degli editorialisti dei giornali invisi al Movimento (ma forse è ancor peggio nei giornali simpatici al Movimento, se esistono) concentrano il loro focus sul metodo dell'azione 5 stelle. Bersaglio di ogni critica e di ogni sarcasmo sono soprattutto il tono (volgare, arrogante, irriguardoso, ecc. ecc.) del Movimento 5 stelle e del suo leader carismatico, le parole, i gesti, le occasioni.
Sul tono ritorno avanti.
Sulle parole, vale notare che di rado interessa alla critica la connotazione lessicale, cioè il preciso significato delle parole usate dai 5 stelle (e dal loro leader) - così come si evince dal contesto o da ulteriori precisazioni degli stessi. Più spesso interessano le sfumature della denotazione, i significati secondari, apparenti, affini o storicamente sedimentatosi su ogni termine; le parole dello stesso Grillo sono spesso analizzate nei loro rimandi ad altri contesti narrativi o semantici, anziché per appurarne il valore semantico nel contesto in cui vengono utilizzate. Le parolacce ad esempio venivano ricondotte dai primi osservatori alla corrività fascista e mai lette come indicatori di un elevato livello di insofferenza rispetto a un determinato tema; tanto più che non in ogni post sul blog comparivano parolacce, quindi poteva avere un senso notare dove esse comparivano e perché.

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