'Mi affascina, lo ammetto, l'interrogarsi dei media stranieri sulla
situazione politica italiana. Gli aggettivi si sprecano, in pura
tradizione anglosassone: grottesco, surreale, patetico, incredibile,
pittoresco, sbalorditivo, incomprensibile eccetera.
A guardarla con un po' di gelo, la situazione italiana non è poi così
incomprensibile. Tuttavia è alquanto singolare. Abbiamo due
schieramenti: l'ordine e il caos. Nessun paese li ha. Quasi tutti i
paesi hanno o due schieramenti dell'ordine (Germania, Gran Bretagna e
altri) o due schieramenti del caos (nordafrica, Iran, centroamerica,
ucraina, caucaso); gli USA, con i Tea Party potrebbero avere uno
schieramento del caos, ma per il momento hanno due schieramenti
dell'ordine.
Che cos'è uno schieramento dell'ordine? E' un partito ordinato, con
tutte le sue belle file, le sue gavette di partito, la gente che si
iscrive al liceo e incolla manifesti o prepara volantini, poi dirige la
sezione giovanile, poi entra in qualche ente/sindacato o in qualche
comune o provincia e poi in regione o in parlamento e così via. In
Italia sono così il PD e, in parte, la Lega.
Un partito del caos è un
partito dagli esiti al tempo stesso rivoluzionari e imprevedibili. Può
essere guidato da uno solo (come in Italia il pdl) o da un gruppo in cerca di leader (un
po' come il tea party americano). Nel partito del caos la carriera
politica è arbitraria/casuale; la gavetta non serve a niente e non ha
alcun valore perché i sostenitori del partito del caos sono
rivoluzionari in fondo all'animo, vogliono che una o pochissime persone
estirpino tutte le categorie, le articolazioni e gli ordinati privilegi
che sembra loro di scorgere nei partiti dell'ordine. E, cosa più
importante, non guardano ai metodi: ogni mezzo è buono per distruggere
l'ordine, come vuole, appunto, il caos. Ma gli amici del caos sono anche
imprevedibili perché guidati dalla volontà di uno solo (che per
definizione è imprevedibile) oppure perché ondivaghi, facili al
cambiamento nei metodi, sebbene indefettibili nel mirare a distruggere.
Il distruttore, il paladino del caos, può servirsi di qualunque mezzo.
Chi vuol far carriera nel caos dev'essere solo vicino al distruttore e
assecondarne lo slancio distruttivo. Per il resto essi non contano,
contano meno di nulla; guadagnano importanza se diventano essi stessi
mezzi di distruzione (come le veline promosse a ministre e deputate):
cancri devastati del valore e del funzionamento delle istituzioni.
Votando Berlusconi gli italiani hanno, con cognizione di causa, scelto
il caos. La riprova? I conservatori che l'han votato non sono (perlopiù)
affatto sconcertati dall'immoralità del nostro. Perché? Ma è ovvio,
perché quell'immoralità fa parte del caos che essi hanno votato. L'hanno
votato per quello: perché portasse scompiglio, criticasse i poteri
dello Stato, facesse il gradasso con chiunque occupi ordinate posizioni
di prestigio socio-economico, lentamente guadagnate, sudate oppure
attese in fila o ancora ordinatamente ereditate ma comunque
consolidate, autorevoli, paludate.
In Berlusconi voleva esservi la vera
rivalsa di chi non ha avuto voglia di studiare, o di chi non ha potuto
farlo, di chi ha passato tanti guai economici inframezzati da rari
successi, di quanti vedono nello stato di diritto una grande truffa ai propri danni. Berlusconi non deve fare nient'altro che portare scompiglio,
che sputare sulle istituzioni, pisciare sullo stato, cagare in testa ai
parrucconi. Se lo fa i suoi elettori lo amano e lo premiano. Forse
alcuni speravano che Berlusconi decostruisse i privilegi con leggi
opportune che scardinassero il potere e l'ordine di intere caste, che
sbaragliasse il cartame dei boiardi di stato. Ma è ormai evidente che
egli non vuole o non ha tempo di farlo. Preferisce spaccare tutto a
calci: dove non arriva l'intelletto può arrivare il braccio, la
stupidità. E tant'è: agli elettori va bene lo stesso, basta che il colpo
vada a segno. Per questo egli fa quel che fa. Se non lo facesse
deluderebbe i sostenitori del caos.
Domanda: come se ne esce? Ci sono due modi: o tutti i partiti si danno
al caos o tutti si danno all'ordine. A oggi la prima ipotesi è
plausibile ma poco auspicabile, la seconda auspicabile ma poco
plausibile.
Ecco tutto, cari stranieri."'
[gennaio 2011, cit. da "BastaBerlusconi"]
Bene, il Movimento 5 stelle deve ancora decidere se appartenere al caos o all'ordine. Finora è stato del caos, e nel caos ha senso... diventerà dell'ordine?
Ogni esponente politico serio e onesto, di qualunque schieramento, dovrebbe spiegare ai cittadini che il futuro degli italiani dipende dalla riduzione del debito pubblico. L'ITALIA DIVENTI LIBERA DAL DEBITO
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