giovedì 3 ottobre 2013

Vivo a Padova

Vivo e lavoro a Padova, una città di medie dimensioni nell'orizzonte italiano. Una città di provincia.
Della città di provincia, Padova ha molti difetti e molti pregi. Fra i pregi c'è la possibilità del genio isolato, il bisogno di riscatto di quanti riconoscono i limiti dell'orizzonte in cui sono nati e cresciuti. E l'ambizione, il desiderio di crescere, progredire migliorarsi.
Si parla ovviamente di casi isolati che ricavano la propria forza esattamente dall'isolamento; che comprendono di dover attingere a fondo da se stessi se vogliono uscire dalla melma che li circonda.
Nelle città non di provincia, dove ambizione e slancio sono la norma del comune sentire, accade a molti che l'emersione sia troppo a portata di mano, troppo facile e ordinata per richiedere lo sforzo anarchico e creativo necessario al giovane di provincia.

Numerosi sono i difetti della provincia, ed elencarli è molto noioso.
Uno grande è lo sguardo costantemente rivolto al passato, ai risultati raggiunti, al consolidato, al sottoscritto e convenuto. Nelle zone di provincia, laterali, ordinarie, le situazioni consolidate hanno una forza indescrivibile, immane. Quel che conta parlando con qualcuno è la storia dell'interlocutore, la sua ascendenza, il suo trascorso, non la sua prospettiva, il suo slancio.
Nelle città di provincia solo gli amanti si guardano negli occhi. Perché gli occhi dicono pur sempre ciò che vorremmo essere. E in provincia ciò che vorremmo essere non interessa a nessuno.

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