venerdì 17 gennaio 2014

Hollywood e le streghe - nuovi modelli di critica sociale

Per una serie di circostanze del tutto casuale, fra le quali prevale la noia, ho visto di recente, quasi di fila, quattro film hollywoodiani di recente fattura. Diciamo pure che si tratta di quattro film molto commerciali e appartenenti prevalentemente al genere fantascienza/distopia.
Si tratta di Elysium, In time, Hunger Games e Hunger Games 2.
Per quanto concerne il valore di questi film in quanto film (insieme di sceneggiature, costumi, scenografie, recitazione, regia) da uno a dieci assegnerei sei e mezzo al primo, quattro al secondo, sette al terzo e sei e mezzo al quarto. Ma non è di questo che volevo parlare, volevo parlare della distopia descritta in questi film.
In tutti i casi si tratta della descrizione di civiltà contraddistinte da una profondissima e pressoché incolmabile disparità sociale: masse di disperati da un lato, circoli elitari di super ricchi dall'altro.
E' evidente che siamo di fronte a film di genuina critica sociale nei quali le consuete (ma diciamo "vecchie") modalità di descrizione della disparità sociale sono completamente saltate. In particolare non esiste più alcuna forma di realismo o naturalismo che dir si voglia che fin dall'epoca del naturalismo francese dettava lo stile della critica sociale. Con questi film siamo invece tornati a qualcosa di più simile alla critica sociale per paradossi, quale si prefigurava all'epoca dell'index librorum prohibitorum: avanzare una critica, in assoluto censurabile dal punto di vista del potere costituito, ma collocandola in un contesto del tutto implausibile, se non apertamente criticato come impossibile e assurdo, per superare lo scoglio della censura. Affermare in premessa che quel che si va a dire è mera fantasia, ipotesi per assurdo... a questo assomiglia lo stile dei suddetti action movies. Il realismo, di converso, è divenuto stile di accettazione e di chiusura del singolo sul proprio mondo interiore, sulle proprie manie, rifiuto di affrontare in qualsivoglia modo il problema generale... basti vedere, uscito l'anno scorso, il film Viaggio Sola, di Maria Sole Tognazzi, con una narrazione all'insegna del quotidiano familiare, che si potrebbe dire realismo se alla tematica dell'indigenza economica sostituiamo quella dell'indigenza relazionale.
Comunque questo non è un blog di cinema, né di letteratura, ma di politica. Quindi il senso di questo post è che Hollywood, come in era Chaplin e Orson Welles, sta riproponendo in grande stile la tematica sociale... con modalità che ricordano il cinema di Welles e poco quello di Chaplin. Siccome in Italia le cose americane arrivano a mordere 4-5 anni dopo, possiamo forse aspettarci le distopie sociali un po' barocche per il... diciamo 2019?  

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