mercoledì 9 settembre 2015

Perché non vi fu divergenza cinese?

"In effetti, poiché la speranza di vita alla nascita era analoga [prima del 1750] - il che rende improbabile che gli europei fossero meglio nutriti  - l'enorme disparità di densità demografica fra l'Asia orientale e l'Europa occidentale costituisce una testimonianza impressionante dell'entità della differenza di efficienza fra l'agricoltura cinese e quella europea." cit da K. Pomeranz, La grande divergenza, p. 77.

Nella foga delle sue tesi, Pomeranz evidenzia spesso e a risolutamente la sostanziale identità fra condizioni europee e asiatiche preindustriali. Sottolinea soprattutto come molte condizioni fisico-geografiche a vantaggio dell'Asia pareggiassero eventuali soluzioni organizzative e condizioni materiali europee apparentemente assenti in Asia (per esempio il bestiame abbondante o le abitazioni più solide, o le reti di canali artificiali). Infine sostiene che il carbone, disponibile in abbondanza in Gran Bretagna, fu il vero artefice della grande divergenza.
Ma, viene da chiedersi, perché nessuno dei numerosi vantaggi geografici dell'Asia produsse una grande divergenza asiatica? Perché invece un solo vantaggio geografico europeo (il carbone) consentì all'Europa occidentale di "divergere"? Pomeranz risponderebbe: "perché l'Europa ebbe anche le risorse del Nuovo Mondo...". Tuttavia, ugualmente, l'idea che una serie di vantaggi "geografici" possa compensare una serie di soluzioni tecniche/organizzative è troppo meccanicistica e velatamente deterministica.
Un diverso rapporto (in Asia vs in Europa) con la natura; un fiero - filosofico - rifiuto del determinismo a favore del libero arbitrio (in Europa)... sono elementi che non rientrano nell'analisi storica contemporanea, e tanto meno nella cosiddetta world history.

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