giovedì 21 febbraio 2019

Sovranisti indebitati?

Non mi interessa la fazione politica.
Potete essere sovranisti o europeisti; di destra, di centro, di sinistra o indipendenti. (Io non parteggio: sono ancora più indipendente di chi si dichiara indipendente).
Ma alcuni fatti sono inoppugnabili. Fra gli altri uno in particolare:

Non si può essere sovranisti e super-indebitati!

Si tratta di una contraddizione insanabile. Pensiamoci un attimo:
a. un sovranista vuole essere padrone a casa propria: controllare chi/cosa entra e chi/cosa esce; cosa si fa in casa; lo stile di vita degli abitanti della casa, eccetera... Vuole essere sovrano, padrone di sé e delle sue cose. Giusto? Giusto.
b. un padrone di casa super-indebitato non è più il padrone di casa: la casa è già o sta per diventare, o può essere pignorata da un momento all'altro dai creditori. Giusto? Giusto.
Quindi, come può un sovranista indebitato accettare di rimanere tale? O cessa di essere sovranista, e accoglie le richieste dei creditori (o di chi possiede la fiducia dei creditori), oppure estingue il più rapidamente possibile il suo debito.
Ma l'attuale governo italiano cosa fa? Avanza pretese sovraniste e nel contempo aumenta l'indebitamento pubblico!
Quello che fa è impossibile, una presa in giro, una sciocchezza: lo capirebbe anche un bambino.
Eppure...

L'ITALIA OGGI. Abbiamo qui un padrone di casa che non può decidere quasi nulla su casa sua se non a patto di ricorrere alla violenza fisica nei confronti dei creditori. E anche qualora prevalesse, trovandosi nelle condizioni di non poter mai più chiedere nulla a nessuno...
Altri paesi sovranisti, come l'Austria, hanno avviato una politica coerente di riduzione del debito pubblico. Ciò permetterà loro di non dover sottostare a ogni e qualunque richiesta arrivi dalle fazioni politiche che rappresentano gli interessi dei creditori.

Il buon livello di consenso politico dell'attuale maggioranza di governo avrebbe dovuto suggerire alle forze politiche maggioritarie di avviare immediatamente una politica di riduzione del debito pubblico, perlomeno al fine di attuare scelte sovraniste sostenibili.
Invece, paradossalmente, il consenso è utilizzato per creare un inevitabile dissenso, dovuto al fatto che alla fine - al netto delle chiacchere, delle ideologie, dei media e dei social - le istanze dei creditori prevarranno.

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