Se cambiano realmente le priorità collettive, l'intera organizzazione della società deve cambiare. Se al centro dei fini - quindi nel centro dell'etica - non c'è più l'individuo con i sui diritti, bensì l'ambiente con ogni forma di vita terrestre, le leggi non possono che cambiare.
Facciamo un esempio: le strisce pedonali. La precedenza concessa a chi attraversa sulle strisce risponde al principio di favorire l'individuo debole contro l'individuo più forte, a bordo del mezzo motorizzato. Rispondono blandamente anche a un'esigenza ecologica: favorire i pedoni sugli altri. Ma consideriamo un autobus pieno di gente costretto a rallentare e fermarsi per far passare un singolo pedone sulle strisce. Tale situazione prefigura uno spreco energetico e un maggiore inquinamento, dovuti alla frenata del mezzo e alla sua accelerazione del tutto evitabili se l'autobus avesse potuto continuare la sua corsa. Ecco che il codice della strada andrebbe cambiato in ossequio al diritto ambientale e alla sua priorità su ogni diritto individuale.
Il medesimo principio è estendibile. Pensiamo ai diritti fondamentali sanciti dalle costituzioni democratiche: la libertà di pensiero, di parola e di stampa, l'uguaglianza di fronte alla legge, il diritto a un giusto processo. Tutti questi principi ruotano attorno all'individuo; dovremmo riformularli in relazione all'ambiente naturale e alla vita in ogni sua forma. Il diritto alla vita, di qualunque essere vivente, vegetale o animale, dovrebbe precedere il diritto di parola, di stampa e di libera associazione; l'uguaglianza di fronte alla legge dovrebbe venir meno in tutti i casi nei quali una situazione di diseguaglianza regolata consente un minor dispendio energetico o un minor inquinamento. Per esempio: chi consuma carne subisce una tassazione individuale superiore a chi è vegetariano; l'impatto ambientale delle diverse condotte di vita dovrebbe pesare sui diritti e i vincoli imposti a ciascuno: chi viaggia in treno favorito su chi viaggia in aereo; chi compra prodotti locali favorito su chi compra prodotti importati da lontano; eccetera eccetera. Servirebbe infine una nuova tipologia di diritto, un nuovo codice, diverso dal codice civile e dal codice penale, per regolare i rapporti dell'individuo nei confronti dell'ambiente; un codice in base al quale l'arrecare danno all'ambiente non sia un fattispecie di reato contro le leggi dello Stato, ma contro le leggi di sopravvivenza dell'ecosistema mondo e come tale appartenente a un diversa e peculiare categoria di condotte illecite.
Ogni esponente politico serio e onesto, di qualunque schieramento, dovrebbe spiegare ai cittadini che il futuro degli italiani dipende dalla riduzione del debito pubblico. L'ITALIA DIVENTI LIBERA DAL DEBITO
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