mercoledì 12 ottobre 2022

Destra, sinistra e codici di condotta

La polarizzazione destra/sinistra nell'occidente contemporaneo è uno strano anello ricorsivo. L'economia non vi gioca quasi più alcun ruolo concreto, mentre è fortissima la contrapposizione di ordine morale.

Hegel diceva che l'azione morale è quella che rispetta gli usi e le tradizioni del tuo popolo. Questa affermazione implica due cose: 1. che il popolo di cui fai parte, con i suoi usi e tradizioni, ha un proprio codice morale; 2. che ogni popolo con usi e tradizioni ha un codice morale. 

Ora, la sinistra sostiene che ogni codice morale è lecito e quindi ogni azione umana che avviene in coerenza con gli usi e le tradizioni del popolo di riferimento del suo "attore" è un'azione morale e accettabile (nota bene: non è solo "comprensibile" e quindi "perdonabile", ma proprio sensata). 

Per alcune azioni estreme, delle quali non si possa dire a nessun costo che sono lecite - come l'infibulazione o l'infanticidio - la sinistra sosterrà, alternativamente, che tali azioni non appartengono realmente agli usi e tradizioni dei popoli cui appartengono coloro che le praticano, oppure che tali azioni hanno un significato antropologico in qualche modo radicale, estremo, connesso alla mera sopravvivenza degli individui o perfino della specie umana. Pensiamo al caso dei polinesiani che sacrificavano i giovani per mantenere stabile la popolazione su un'isola dalle risorse limitate. 

La destra invece sostiene che no, molte azioni sono e rimangono immorali, anche se tali azioni appartengono o sono coerenti con il codice di condotta di un intero popolo. 

Mi spiego meglio: osserviamo per inciso che, nel nostro contesto, se mi mettessi a inveire contro le persone omosessuali, i neri o gli ebrei sarei quasi universalmente considerato una persona immorale: chi condividesse siffatte opinioni starebbe zitto, chi le biasimasse mi sommergerebbe di insulti. Se invece mi mettessi a insultare la Chiesa Cattolica, i politici o i dipendenti comunali, quasi nessuno troverebbe ragioni valide per contraddirmi, e non sarei considerato immorale. Che c'entra questo? C'entra perché rende chiaro cosa intendiamo per codici di condotta morali: in altri contesti, cioè presso altri popoli, non andrebbe così: la religione sarebbe intoccabile, chi offendesse i funzionari pubblici potrebbe essere arrestato, le preferenze sessuali sarebbero criticabili, e perfino la discendenza da un certo popolo o da un altro. E sempre in apparente coerenza con gli usi e le tradizioni di quei popoli. 

Le idee che sembrano inaccettabili nel nostro contesto, potrebbero essere accettabili in un altro. Ecco, secondo la destra, le idee per noi inaccettabili dovrebbero essere sempre respinte in quanto immorali. Ma qui spunta un primo paradosso: una parte consistente della destra condivide le idee di popoli le cui tradizioni e usi recenti differiscono da quelli del popolo a cui la destra appartiene. 

[Per una certa sinistra, simile a una destra illuminata, a riguardo delle idee palesemente inaccettabili, a parte i due tentivi di giustificarle già detti, andrebbe trovato il motivo per cui alcuni popoli le considerano accettabili, e a tali popoli andrebbero spiegati razionalmente (o emotivamente) i loro errori.]

Fin qui, comunque, è tutto abbastanza chiaro e poco ricorsivo. Ma proprio qui comincia il bello. Sì perché la sinistra, abbiamo detto, considera potenzialmente valido ogni codice di condotta, purché si dimostri che appartiene a un popolo, anche se tende a considerare più degni di ammirazione e racconto, cioè validi e da diffondere, i codici che valorizzano la libertà individuale e l'uguaglianza (vedi l'opposizione all'infanticidio o alle mutilazioni corporali). La destra, viceversa, considera non validi i codici di condotta di altri popoli, e non riconosce valore morale alle azioni che vi si ispirano, chiunque le compia. La destra sembra quindi più integralista dell sinistra, dal momento che è saldamente legata al proprio codice morale e ostile a tutti gli altri. 

Ma c'è un ma. Un'implicazione - o piuttosto una premessa - del fatto che tutti gli altri codici di condotta sono falsi, è proprio la possibilità che un codice di condotta sia falso. Tale possibilità implica che, per quanto possa sembrarmi inaccettabile se fossi di destra, anche il mio codice di condotta potrebbe rivelarsi falso. E infatti lo è! La destra non accetta la maggior parte del codice di condotta accettato e promosso dalla sinistra nell'occidente in cui avviene la polarizzazione destra/sinistra. Alcuni diritti acquisiti, che la sinistra considera parte degli usi e tradizioni dei suoi popoli, come il diritto all'aborto, all'imposizione di tasse, al matrimonio omosessuale, eccetera, sono invisi alla destra che vorrebbe espungerli dal codice di condotta che essa stessa si trova a utilizzare (o a subire).

Più in generale, la possibilità che il proprio codice di condotta sia falso, concepibile solo da chi è in grado di attribuire la caratteristica di errore a un codice di condotta, insinua un certo scetticismo nell'adepto della destra, nei confronti dell'idea stessa di un codice morale. Lo scetticismo di destra destituisce di validità la stessa asserzione di Hegel che ho riportato all'inizio e che alla destra sarebbe potuta piacere, in altre circostanze (per esempio qualora fosse assodato che alcuni popoli sono superiori ad altri...): può darsi, per questa destra, che "morale" non sia proprio ciò che appartiene agli usi e costumi del mio popolo.

Viceversa, per l'adepto di sinistra quasi tutti i codici morali di altri popoli sono validi, come ho già ripetuto. A chi crede che ciò sia vero, si spalanca l'eventualità vertiginosa di un nuovo e "strano" integralismo hegeliano, per così dire, in base al quale nessun codice morale può contenere falsità, ingiustizie o soprusi. Se così fosse, nessuno dovrebbe mettere in discussione il propro codice morale, neppure qualora la messa in discussione si verificasse per l'avvenuta adesione a un diverso codice morale, un'azione quest'ultima assimilabila all'acculturazione forzata (se subìta) o all'appropriazione culturale (se imposta), due fenomeni molto invisi alla sinistra. In altre parole, ecco che l'adepto di sinistra è un integralista consevatore intollerante, per il quale è meglio che nulla cambi, mentre l'adepto di destra è uno scettico, rivoluzionario e tollerante, deciso a cambiare le cose... Non proprio la sinistra e la destra che immaginavamo.

Si potrebbe obiettare che la sinistra, in realtà, accetti tutti e solo i codici morali che ammettono l'esistenza di altri codici morali (il che è in parte vero, ma non del tutto), mentre la destra accetti solo l'esistenza di un codice morale che non ne ammetta altri. Ma ricadremmo in uno strano anello simile a quello già descritto: se ammetto solo la validità dei codici tolleranti, divento un integralista della tolleranza e come tale potrei rigettare qualunque codice non contega abbastanza tolleranza. Nel caso estremo tutti i codici dovrebbero contenere solo la tolleranza, sarebbero tutti ugualmente e formalmente accettabili, e quindi da accettare, anche se nessuno potrebbe sembrare valido. In altre parole, diventerei molto esigente con tutti i codici morali, incluso il mio, al punto di uniformarli e destituirli di validità/verità. Se invece affermo che solo un codice morale intollerante verso tutti gli altri è valido, mi lascio aperta la possibilità che vi sia, forse, un codice morale più valido del mio, o rispetto al quale il mio potrebbe rivelarsi falso, e anche nel caso in cui tale codice alieno mi risultasse inaccettabile. Continuerei ad ammettere l'esistenza della verità.    

  

 

Nessun commento:

Posta un commento

Destra, sinistra e codici di condotta

La polarizzazione destra/sinistra nell'occidente contemporaneo è uno strano anello ricorsivo. L'economia non vi gioca quasi più alcu...