venerdì 10 maggio 2019

La macchina del fango del M5S fa paura

La Lega è in calo nei sondaggi (dal 36% di aprile 2018 al 30% di maggio). Un po' perché non ha portato a casa quasi nulla. Ma soprattutto perché in marzo il M5S ha cambiato il bersaglio della sua strepitosa macchina del fango: dal PD, storico avversario, alla Lega, nuovo avversario. Le elezioni regionali in Sardegna, malamente perse dai 5S, sono state la causa del cambiamento.
Renzi e il PD sono stati letteralmente fatti a pezzi dalla macchina del fango M5S: ricordate il padre della Boschi? Quello che alla fine era innocente (così decretò la corte). Con quello l'M5S fece di tutto: massacrò un intero gruppo politico agli occhi dell'opinione pubblica, con una solerzia e un'infaticabilità e un'estensione di fuoco viste di rado nel nostro paese.
Oggi il bersaglio è Siri, più ogni parola che esce dalla bocca di Salvini (prima da quella di Renzi). Mentirei se dicessi che mi dispiace per loro, ma al tempo stesso la cosa m'inquieta: oggi loro, domani chi?
Uno degli elementi più temibili di questa macchina del fango è la sua inafferrabilità, lo stare nascosta per colpire solo attraverso alcuni portavoce: uno su tutti è Di Maio, perfetto sicofante e delatore delle (presunte) altrui colpe e nefandezze morali; un altro è (era) Di Battista, chiamatosene involontariamente fuori; e avrà tempo di apprezzare l'aspetto etico dell'esserne fuori, ammesso che abbia una coscienza e che prima o poi l'interroghi. Di Maio, nel suo completino ordinato e a pennello, ben pettinato e lo sguardo innocente è l'accusatore perfetto.
Un'altra inquietudine deriva dal fatto che la macchina evidentemente c'è, ha un hardware oltreché un software, possiede un'infrastruttura diffusa oltre che un coordinamento: ricordate il caso delle telecamere in casa della deputata Sarti? Se n'è saputo più nulla? Chi le ha fatte installare e perché? Sotto quali minacce e ricatti i deputati del M5S parlano o tacciono, votano, prendono posizione?
Uno scandalo tipo watergate - un partito che ne spia un altro - in Italia non farebbe impressione a nessuno. Ma a torto, perché nello spiare l'avversario per colpirlo a morte sta una delle peggiori minacce alla democrazia.

lunedì 6 maggio 2019

Una Lega sballata

Oh, un sovranista non deve mica credere alle boiate che racconta. Orban mica ci crede; gli servono per ottenere consenso e fare dell'altro. Ma questo Salvini l'ha capito?

La Lega cresce nei sondaggi. La Lega cavalca i temi del momento: sicurezza, immigrazione, sovranità. Il suo leader, Salvini, macina consensi e simpatie: ha sempre la battuta pronta. Smonta gli avversari, sa farsi vittima innocente in qualunque contrasto (ha un vero genio per l'autocommiserazione). E il M5S insegue, arranca, abbozza.

Ma sarà proprio così?

Sì la Lega ha visto crescere il suo consenso... ma per farne cosa? In economia e diplomazia quasi nulla. In pratica per portare avanti molte iniziative populiste del tutto simili a quelle del Movimento 5 stelle; se non direttamente quelle del movimento: quota 100, la flat tax a livello di proposta e poco altro. Per il resto Salvini sembra interessarsi solo a immigrazione e castrazione: alquanto sintomatico! Fa sul serio, capite, quando se la prende con gli immigrati: crede davvero alle panzane che racconta. Per esempio che la povertà crescente è colpa degli immigrati (mentre è colpa del debito pubblico insanato e della scarsa produttività); che la sicurezza e la casa sono la pietra d'angolo della crescita economica (ridicolo).

Io un leader sovranista me l'aspetto diverso: uno che racconta storie farlocche per raccogliere un vasto consenso popolare da usare per sostenere riforme impopolari ma necessarie. Come fanno il governo dell'Austria o quello dell'Ungheria.
Salvini invece non ci pensa proprio: usa il sostegno che ha per promuovere riforme dannose che avvitano i problemi economici italiani, anziché risolverli. Quanto potrà continuare?

Voglio dire, al di là dei mezzi con cui Salvini ottiene il suo consenso - perché sappiamo che la politica non si cura troppo dei mezzi - non sa cosa farsene del consenso; fa le cose che farebbe anche il Movimento 5 stelle; sicuramente non lo usa al miglior fine possibile. Non lo usa, per esempio, per promuovere un'agenda utile, sebbene impopolare, che sarebbe davvero sovranista: la riduzione del debito pubblico; la riorganizzazione del mercato del lavoro per aumentare la produttività. Misure che sono l'essenza stessa di qualunque programma sovranista, perché rafforzano il mercato interno e la capacità negoziale del paese.

Il M5S detta l'agenza populista e la Lega, pur con il suo enorme consenso, non ha nulla da contrapporre, ma riesce solo a contestare oppure ad affiancare (più raramente) i singoli provvedimenti dell'amico/nemico.

Destra, sinistra e codici di condotta

La polarizzazione destra/sinistra nell'occidente contemporaneo è uno strano anello ricorsivo. L'economia non vi gioca quasi più alcu...