mercoledì 31 ottobre 2018

Comprare o produrre?

Oggi Google mi ha inviato, a un indirizzo che uso quasi solo per lavoro, un'email semipromozionale dal titolo "Dolcetto o scherzetto?". La cosa ha un effetto straniante, come un'invasione aliena: su uno strumento che mi serve per produrre arriva un invito a consumare/acquistare. Come se sul bancone di un fabbro un venditore ambulante organizzasse una piccola esposizione di caramelle.
Fa riemergere un'idea che meditavo qualche tempo fa... i cercatori di felicità ed equilibrio potrebbero limitarsi a dividere il mondo in due colonne: comprare e produrre, dove produrre genera felicità e soddisfazione, mentre comprare genera depressione e insoddisfazione.
Quindi alle coppie dei pitagorici:

limitato vs illimitato 
dispari vs pari
unico vs molteplice 
destra vs sinistra 
maschio vs femmina 
quiete vs moto 
diritto vs curvo 
luce vs tenebra 
bene vs male 
quadrato vs rettangolo

Ne aggiungerei senz'altro un'undicesima:

produrre vs comprare 

martedì 25 settembre 2018

Corrotti e corruttori del popolo

L'ascesa al potere del movimento cinque stelle (M5S) avvenne in larga misura sull'onda della denuncia del fenomeno corruttivo nella cosa pubblica, conclamato e virulento in alcuni settori dello stato, endemico in altri, ma comunque onnipresente. Il M5S intese corruzione morale prima ancora che materiale e fu proprio questo a portare voti. Corruzione morale perché nel mirino dei sedicenti moralizzatori c'erano non solo i casi di corruzione vera e propria (tangenti, conflitti di interesse palesi, truffe allo Stato, ecc.), ma la condotta stessa dei rappresentanti politici e dei loro accoliti di potere, descritti dal movimento come privilegiati senza merito, fannulloni strapagati, raccomandati cronici e poltronisti.
L'insieme della corruzione morale e materiale - sostennero giustamente gli ideologi del movimento - avviene a spese del popolo pagante e arrabbiato. E pazienza se, in epoche di vacche grasse e benessere diffuso, i corrotti prosperavano. Ma ora che le vacche sono magre e in troppi tirano la cinghia, i corrotti devono scomparire.

La leva del consenso divenne tuttavia, nelle mani del M5S arnese di scasso delle casse pubbliche. La denuncia della corruzione politica sul piano morale ebbe proprio nella morale consuetudinaria il proprio limite. Non arrivò e evidenziare la forma basilare di corruzione politica, che consiste per l'appunto nell'uso delle risorse pubbliche - che vuol dire anche del palcoscenico pubblico - per ingraziarsi gli elettori e assicurarsi un prolungamento di carriera. Abbiamo quindi:
Corruzione A (materiale) --> Truffe, tangenti, conflitti di interesse; 
Corruzione B (morale) --> Difendere i privilegi, raccomandare, cambiare casacca;
Corruzione C (demagogica) --> Usare risorse pubbliche per ingraziarsi gli elettori

La compressione delle prime due corruzioni servì al M5S per alimentare la terza, assai costosa ma indispensabile a esponenti politici, i rappresentanti del M5S, per definizione estranei a una gestione economica del potere, estranei ai palazzi e del tutto privi di mezzi per rimanervi diversi dal consenso puro e semplice dell'elettorato.

Ma si trattò di corruzione? Riportare le risorse ai cittadini - motivo implicito alla corruzione di tipo C - non dovrebbe essere un dovere dei governi democratici? Non vi fu la comprensione che focalizzare l'attenzione solo sulla redistribuzione della ricchezza, senza i valutare gli effetti che tale ridistribuzione produce sulla possibilità di continuare a produrre ricchezza significa ridurre sempre più la ricchezza a disposizione. In sostanza si adottò un approccio alla "terminator", come se non vi fosse un domani. Il fenomeno corruttivo non fu affatto sconfitto, né combattuto, cambiò semplicemente punto d'appoggio e obiettivo: dalla produzione della ricchezza - cui sono collegati la corruzione A e, in parte B (la corruzione B deriva perlopiù dall'assuefazione al potere), al consumo della ricchezza collegato alla corruzione C. 

venerdì 15 giugno 2018

Primo triumvirato Conte-DiMaio-Salvini

L'attuale governo italiano è un'anomalia di cui fatico a rintracciare un corrispettivo contemporaneo o passato. Un primo ministro senza alcuna rilevanza politica affiancato da due capipopolo. La cosa più simile che mi sovviene è un triumvirato, come Augusto, Antonio e Lepido.
Di Conte mi chiedo: in forza di che cosa si presta a questo ruolo? Con quale faccia tosta? Può una che non compete e non sfila con le altre diventare miss Italia? Può uno che non compra nemmeno il biglietto della lotteria vincere il primo premio? Quale genere di burocrazia perversa può consentire l'ascesa al potere di chi non ha rischiato assolutamente nulla? 

La partecipazione politica significa prima di tutto metterci la faccia. La differenza fra una democrazia e un governo militare sudamericano è che il capo del governo sudamericano non l'ha mai visto nessuno e nessuno lo conosceva, prima del colpo di stato. E' un anonimo generale dell'esercito. Il giorno dopo è il "presidente". In democrazia, viceversa, esiste la candidatura, il farsi pubblico di un privato; il mettersi letteralmente a disposizione dell'opinione pubblica. 
Conte non era un generale o un colonnello ma è quasi l'equivalente civile: un professore universitario. Che cos'ha dato alla collettività, di se, della sua faccia, delle sue idee? Che cosa ha promesso? Per cosa si è speso? Quale causa ha sposato che lo rendano degno di fiducia e del ruolo di guida?

Ai cinque stelle chiedo: quando finirà il disprezzo della politica? Come ho già scritto in questo blog, i rappresentanti politici sono l'argine allo strapotere dell'apparato tecnico-burocratico. Chi impedisce a quanti controllano le leve del potere di diventare padroni assoluti della cosa pubblica sono i deputati e senatori della Repubblica. Sminuirli, insultarli, insinuare che non servono a nulla fa il gioco di chi controlla le leve del potere: i dirigenti della pubblica amministrazione a tutti i livelli. 
La scelta di delegare a personale tecnico quante più decisioni possibili rappresenta un rischio enorme per il nostro futuro. Il rischio di annientare ogni voce della società civile e del mondo economico a favore della difesa di una casta impossibile da controllare. 

La politica e la democrazia nell'odierna declinazione sono voci furenti, indignazione, insulto come altrettanti appigli su una sfera viscosa e inafferrabile che contiene il potere dell'apparato decisionale pubblico.   

venerdì 26 gennaio 2018

Il dazio della convinzione

L'umanità è combattuta fra il vantaggio di instillare convinzioni e il rischio di non far nutrire alcun dubbio. Una fede cieca equivale a un mezzo lanciato e senza freni.

Destra, sinistra e codici di condotta

La polarizzazione destra/sinistra nell'occidente contemporaneo è uno strano anello ricorsivo. L'economia non vi gioca quasi più alcu...