Mi disgusta il recente ritornello nazionale su un "nuovo rinascimento italiano". A tale proposito vorrei citare uno storico italiano che lavora a Parigi e che ha scritto, nel 2006, un libro molto interessante sull'Italia:
"L'inizio dei lavori per il taglio di Suez (1859) aveva spinto la Gran Bretagna a considerare sotto una particolare luce le potenzialità geopolitiche della penisola italiana: uno stato italiano unito, in grado di prendere il posto dell'Austria come contrappeso alla Francia nel mediterraneo centrale, non poteva che essere visto di buon occhio a Londra. [...]
[Dopo l'armistizio di Villafranca] la diplomazia britannica fu impensierita da una possibile espansione dell'egemonia francese nella penisola. [...][successivamente] La spedizione di Garibaldi nel sud fu vista [dagli inglesi] come il crollo definitivo della ambizioni francesi [e come l'occasione] di stabilire nella penisola un nuovo equilibrio di potenza più favorevole ai dis…
"L'inizio dei lavori per il taglio di Suez (1859) aveva spinto la Gran Bretagna a considerare sotto una particolare luce le potenzialità geopolitiche della penisola italiana: uno stato italiano unito, in grado di prendere il posto dell'Austria come contrappeso alla Francia nel mediterraneo centrale, non poteva che essere visto di buon occhio a Londra. [...]
[Dopo l'armistizio di Villafranca] la diplomazia britannica fu impensierita da una possibile espansione dell'egemonia francese nella penisola. [...][successivamente] La spedizione di Garibaldi nel sud fu vista [dagli inglesi] come il crollo definitivo della ambizioni francesi [e come l'occasione] di stabilire nella penisola un nuovo equilibrio di potenza più favorevole ai dis…