domenica 5 giugno 2022

Le liste di proscrizione del Corriere della Sera

Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina alcuni grandi quotidiani italiani, segnatamente il Corriere della Sera, hanno adottato una linea decisamente intollerante e sbeffeggiante nei confronti di qualunque opinione non perfettamente allineata con il dettato governativo. Che il Corriere fosse una giornale filotecnocratico si sa da sempre: ma un conto è esserlo in materia economica e in politica interna; altro conto è in politica estera, dove agli interessi dei gruppi interni al paese si sommano i diritti dei popoli, la scelta fra la guerra e la pace, il buon nome del paese, la libertà di informazione e in definitiva il futuro del mondo intero.

Infastidito da questa linea - non perché, sia chiaro, non si lecita, ma perché troppo netta, priva di spirito critico - già il mese scorso ho provato ad annullare il mio abbonamento digitale mensile al Corriere (€ 4,00). Occorre farsi chiamare da loro per farlo (!?). Mi chiama una tizia molto gentile che mi chiede se desidero rimanere abbonato a € 2,5 al mese. Visto che annullo l'abbonamento per ragioni ideologiche, sarei tentato di dire di no. Poi però penso che comunque gliela sto facendo pagare 1,5 € al mese, questa linea estera non condivisibile, e che comunque è utile tenersi aggiornati sul pensiero filotecnocratico al potere. Quindi accetto l'abbonamento a tariffa ridotta. 

(Il nuovo abbonamento a tariffa ridotta funziona peggio del precedente, perché c'è molta pubblicità invasiva. Tra l'altro ho chiamato due giorni dopo aver pagato € 4,00 di rinnovo; mi hanno addebitato altri € 2,5 e mi han fatto partire il nuovo abbonamento con la pubblicità invasiva nel mese in cui avevo pagato i quattro euro... comunque).

Oggi però hanno dato il peggio: il Corriere si apre su un "dossier" del Copasir commentato a cura di Guerzoni e Sarzanini, che reca una lista di "influencer" prorussi attivi su diversi canali on-line e offline. La lista appare a tutti gli effetti come un documento di auspicata proscrizione. Inoltre non si vede proprio quale sia la notizia. Alcuni nomi, una minoranza, sono personaggi "pubblici" relativamente noti per la presenza in televisione: le loro idee erano già note a chi guarda la tv o legge qualche giornale. Molti altri nomi, di politici, giornalisti freelance o semplici cultori della materia storico-geografica sono assolutamente non pubblici, non riconducibili, da parte di un lettore qualunque, a un volto particolare: ebbene il Corriere provvede a fornire le foto in formato segnaletico di tutti costoro indicandoli come filoputiniani. 

Mi sembra veramente che abbiano passato il segno. Ho chiesto nuovamente l'annullamento dell'abbonamento. E questa volta andrò fino in fondo...

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